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Lunedì, 2 Dicembre 2024

 

A.D. IV NON. DEC.
ante diem quartum Nonas Decembres

 

A.U.C. MMDCCLXXVII
(anno 2777 Ab Urbe Condita)

La colonna Traiana

 

 

SENATUS POPOLUSQUE ROMANUS
IMP[eratori] CAESARI DIVI NERVAE F[ilio] NERVAE
TRAIANO AUG[usto] GERM[anico] DACICO PONTIF[ici]
MAXIMO TRIB[unicia] POT[estate] XVII IMP[erator] VI CO[n]S[ul] VI P[ater] P[atriae]
AD DECLARANDUM QUANTAE ALTITUDINIS
MONS ET LOCUS TANT[is oper]IBUS SIT EGESTUS

Il Senato ed il Popolo Romano
all’imperatore Cesare Nerva Traiano, f(iglio) del divino Nerva
Augusto, Germanico, Dacico, Pontefice
Massimo, nella XVII Trib(unicia) Pot(està),(acclamato) Imperatore per VI volta, P(adre) della P(atria).
Per dichiarare quanta (era) l’altezza
del colle e del luogo che è stato demolito con tali opere.

Passeggiando per via dei Fori Imperiali non si può non notare l’imponente colonna istoriata quasi completamente integra che campeggia accanto all'esedra del Foro di Traiano, costruito tra il 107 ed il 113 d.C. per volere dello stesso imperatore utilizzando le enormi ricchezze ottenute grazie alle vittorie sul popolo della Dacia.La Colonna è l’elemento più significativo di tale Foro e venne fatta erigere dal Senato per celebrare la grande vittoria ottenuta da Traiano, inaugurandola il 12 Maggio 113 d.C, stando alla datazione riportata nei Fasti Ostiensi
Il grandioso monumento venne realizzato mettendo in opera 19 grandi blocchi di marmo lunense, tenuti insieme da perni bronzei; la tipologia ricorda quella delle colonne doriche, mantenendo le tipiche scanalature soltanto nella parte superiore; è caratterizzato da un basamento a dado con cornice avente quattro aquile reggenti festoni sulla sommità. Tra quest’ultima e lo zoccolo vi è un’ampia superficie sulla quale sono rappresentate in bassorilievo le armi tipiche dei guerrieri Daci. Nell'alto basamento è presente anche la porta d’ingresso al monumento, rivolta verso la Basilica Ulpia, che permetteva di accedere alla scala a chiocciola (cochlis da cui deriva il termine coclide) che caratterizza la porzione interna del monumento e che venne ricavata scavandola direttamente nel marmo.

Basamento della Colonna con porta d’ingresso e iscrizione dedicatoria 

Vennero realizzati 185 gradini, illuminati da 43 feritoie disposte sul fusto della colonna: queste interrompono il disegno in più punti e tale elemento permette di determinare che la scala fu creata quando il rilievo esterno era già stato in gran parte eseguito.   
La Colonna venne sfruttata anche per uno scopo diverso: gli imperatori che avevano preceduto Traiano (ad eccezione di quelli condannati a damnatio memoriae) e parte delle loro famiglie vennero sepolti all'interno del Mausoleo di Augusto ma con la morte di Nerva lo spazio a disposizione era ormai esaurito. Fu quindi necessario trovare un altro luogo altrettanto monumentale che potesse accogliere le preziose ceneri e la Colonna poteva svolgere in maniera esemplare tale ruolo: le loro ceneri vennero deposte in una preziosa urna d’oro posta all'interno del basamento.
La destinazione a camera funeraria era stata prevista fin dalla realizzazione del progetto stesso: attraverso una porta posta a sinistra dell’ingresso si accedeva ad un’anticamera di piccole dimensioni che fungeva da corridoio di passaggio per la camera funeraria vera e propria, la quale prendeva buona parte del lato Nord del basamento. Nella grande camera, al centro, era un banco in marmo al di sopra del quale era posta una preziosa urna d’oro.
Traiano non fu il primo a sfruttare questa tipologia sepolcrale, tenendo conto del fatto che il suo Foro si trovava al confine del limite sacro della città: fin dall'epoca repubblicana infatti era concesso ai generali che avevano celebrato un trionfo, di essere sepolti in una colonna posta all'interno del pomerium.
Dall'iscrizione dedicatoria posta sul basamento della Colonna si ricava un ulteriore importante elemento: l’altezza del monumento serve a ricordare e a rendere visibile a tutti la quantità di terra che venne asportata durante il taglio della sella che univa il Quirinale con il Campidoglio.
Traiano fu l’ultimo imperatore ad erigere un Foro e, dal momento che a i suoi tempi lo spazio a disposizione era ormai pressoché ridotto, decise di sfruttare l’area tra il Foro di Cesare e il colle Quirinale, non esitando a far tagliare parte del colle stesso. Infatti nell'epigrafe, oltre a ricordare tutte le titolature di Traiano al momento della sua realizzazione (e quindi a fornirci una data ben precisa), si afferma che tale Colonna ha altezza pari a quanto è stato tagliato della collina.
l’imperatore stesso.
La Colonna è maestosa: il suo fusto raggiunge un’altezza pari a 100 piedi romani (circa 29,78 m) e il suo basamento è alto 10 m, arrivando così ad un totale di poco meno di 40 m. La sua misura in piedi le fece ottenere nell'antichità il nome di colonna centenaria.
La caratteristica principale del fusto, ancora oggi ben visibile, è la presenza per tutta la sua altezza di un bassorilievo continuo che vi si avvolge a spirale per 23 volte per una lunghezza pari a circa 200 m, con un’altezza di ciascuna spira che varia da 0,89 m a 1,25 m.
Le scene rappresentate sono quelle delle due guerre vittoriose contro i Daci, combattute da Traiano nel 101 – 102 e nel 105 – 106 d.C., e che  gli permisero di pacificare quella parte orientale dell’Impero Romano. Sono riportate entrambe le guerre, separate nella narrazione da una vittoria alata intenta a scrivere su uno scudo. Gli episodi sono narrati in modo documentario e non encomiastico, probabilmente quindi non si tratta di un’opera celebrativa ma di una trasposizione in immagini dei resoconti di guerra scritti dallo stesso Traiano nei suoi Commentarii che, secondo alcuni studiosi, traevano ispirazione dalle opere sulle guerre galliche scritte da Cesare. La caratteristica di mostrare attraverso immagini narrative gli eventi bellici era un elemento tipicamente romano: durante la celebrazione dei trionfi i generali solevano far sfilare le “pitture trionfali”, ossia delle immagini che servivano ad illustrare al popolo di Roma quanto era stato fatto e come.
La tesi del resoconto militare sembra essere sostenuta anche dal fatto che la base sulla quale il rilievo si sviluppa ricorda un rotolo di pergamena e perché la Colonna era posta al centro della piazza che separava le due biblioteche presenti all'interno del Foro dove erano custoditi anche i Commentarii.
Ogni impresa viene rappresentata in modo schematico ma esaustivo, non tralasciando nessuna parte del conflitto, fosse una battaglia o la costruzione di un accampamento. La narrazione inizia dal basso con un susseguirsi di 155 quadri, per concludersi con la deportazione dei prigionieri daci nella parte alta della Colonna.
Spesso le scene riprendono il medesimo schema e la figura di Traiano è onnipresente, rappresentato almeno sessanta volte. Oggi il rilievo, visibile da lontano, è poco distinguibile ma non va dimenticato che la Colonna aveva degli edifici introno con delle terrazze che permettevano di ammirare l’opera e, soprattutto, era caratterizzata da policromia.
La resa delle immagini è scrupolosa e dettagliata, eseguita da più maestranze coordinare da un unico grande artista autore del progetto d’insieme e che molti tendono ad identificare con lo stesso che eseguì il grande rilievo del Foro (successivamente preso e inglobato nell'Arco di Costantino) e a chiamarlo il “Maestro delle imprese di Traiano”.
Il rilievo della Colonna è considerato uno dei più alti capolavori scultorei di epoca romana perché l’autore ha saputo unire elementi tipici della tradizione romana, come la narrazione, a quelli ellenistici, quali ad esempio la sovrapposizione degli spazi.
Sicuramente il fregio ci offre la possibilità di apprezzare le grandi capacità artistiche del suo ideatore ma allo stesso tempo non deve trarci in inganno sulla imparzialità della resa delle scene. Alcune sono senza dubbio autentiche e avvenute come descritte ma altre, in particolare quelle dove emergere il carattere dell’imperatore, si rifanno a stereotipi che servivano ad esaltare le doti morali e di organizzatore e guida: Traiano non viene mai rappresentato nel momento della battaglia ma sempre mentre discute con i suoi generali o impartisce ordini, come nel caso del colloquio con il generale L. Licinio Sura, sottolineando maggiormente il suo ruolo di guida che quello di generale vittorioso in guerra. 

Traiano impartisce ordini a Licinio Sura

I pannelli sono considerati un’importantissima ed estremamente attendibile fonte archeologica per quanto riguarda invece le armature, le tecniche costruttive e le tattiche militari non solo dei soldati romani ma anche di quelli Daci, elementi resi nella maniera più realistica possibile dagli artisti.  
Sulla sommità della Colonna era presente la statua onoraria in bronzo dell’imperatore che rimase al suo posto fino al Medioevo, quando scomparve. La sommità rimase priva di ornamento finché papa Sisto V nel 1588 non diede mandato a Domenico Fontana di restaurarla e di porvi la statua di San Pietro che ancora oggi la sovrasta.
Davanti alla Colonna si estendeva l’immensa piazza del Foro; ai lati, come già detto, le due biblioteche (una greca ed una romana); sul fondo era previsto fin dal progetto, ma realizzato post mortem dall'imperatore Adriano, un grandioso tempio dedicato al Divo Traiano.

Manuela Ferrari

 

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Utendum est aetate: cito pede labitur aetas nec bona
tam sequitur, quam bona prima fuit
.
(La vostra età vivetela, che con rapido piede se ne fugge,
e quella che la segue non è bella altrettanto.)
Ovidio, Ars Amatoria, III, 65-67