Gentes Romanae
M. Vigna
Ed. Settimo Sigillo
Roma 2008
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Massimo Vigna, studioso del mondo antico, ha pubblicato nel 2008 questo saggio relativo ad un aspetto che ha caratterizzato varie popolazioni nel mondo antico ma che a Roma ha trovato la sua espressione più forte e duratura: quello della gens.
L’opera può essere considerata in due parti distinte: nella prima l’autore analizza il concetto di aggregazione e le prime forme conosciute in epoca preistorica, quando l’uomo ha iniziato ad unirsi in gruppi, e nell’ambito del Lazio preromano con i primi insediamenti conosciuti. Passa poi agli altri popoli, in particolare gli Indoeuropei, che con le loro migrazioni hanno trasmesso le loro tradizioni e che hanno fatto del “gene” della propria famiglia la forza e il legame di fondo per la società: si sofferma nello specifico ad esaminare il mondo celtico con il concetto di clan, quello germanico del kuni e, ovviamente, quello greco del genos.
L’analisi dei singoli gruppi gli permette di sottolineare quali sono state non solo le loro caratteristiche ma anche quali simboli abbiano utilizzato per designare l’appartenenza ad un clan o ad un altro.
La seconda parte è quella che riguarda nello specifico il mondo romano, dove il discorso diviene più ampio e complesso. Inizia dalla differenza tra i termini usati per le altre popolazioni e quello romano di gens: tale parola non serviva soltanto ad indicare l’appartenenza ad un cerchio ristretto determinato da legami di sangue ma chi vi apparteneva aveva un ruolo quasi sacrale in quanto depositario delle tradizioni dei propri antenati.
Segue poi la spiegazione sulle origini delle gentes romanae, prendendo spunto dalle parole di Livio e Dionigi di Alicarnasso, per rendere più chiaro il discorso, e passando poi all’elenco di quelle originarie e più antiche (come gli Aemilii, i Cornelii o i Fabii) e ai loro cambiamenti nel corso del periodo Regio, Repubblicano e poi Imperiale.
Continua il suo discorso con la suddivisione sociale nella Roma antica, analizzando testi importanti e antichi come quello delle XII TAVOLE; con la rappresentazione di alcune gentes nella monetazione; con i culti ed i riti funerari legati ad esse e la loro differenza.
L’ultimo capitolo Vigna lo dedica alle gentes plebee, ossia quelle che si sono formate più tardi o che avendo origini non romane, come nel caso della gens Decia di stirpe sabina, si siano integrate tra i ceti non nobili mantenendo però le proprie caratteristiche.
L’opera è breve ma riesce a toccare tutti i punti fondamentali di un discorso estremamente complesso lasciando aperta la possibilità di approfondire ogni singolo aspetto.
L'Autore
Massimo Vigna è nato a Roma nel 1946 ed un grande appassionato e studioso del mondo antico, in particolare degli aspetti legati al mito e a tutti quei valori, spirituali e non, che erano alla base delle credenze e della forza delle popolazioni.
Tra le altre opere dell’autore, legate al mondo romano, si può citare “Roma: simbologia del periodo regio” (1998).
Manuela Ferrari