In Sacra Via. Giacomo Boni al Foro Romano. Gli scavi.
P. Fortini, M. Taviani (a cura di)
Ed. Electa
Milano 2014
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Un’opera che finalmente racchiude gli appunti ed i disegni che Giacomo Boni realizzò con estrema cura durante gli scavi nell'area del Foro Romano agli inizi del Novecento.
L’opera “In Sacra Via. Giacomo Boni al Foro Romano. Gli scavi.” è stata curata da Patrizia Fortini e Miriam Taviani con la collaborazione di altri esponenti della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e vuole porre l’attenzione su parte della documentazione redatta dal grande archeologo Giacomo Boni, al quale si deve il merito, grazie ai suoi scavi e ai suoi studi, di essere riuscito a ricostruire in maniera puntuale la topografia di un’area estremamente difficile da interpretare come quella del Foro Romano.
L’opera racchiude i disegni ed i bozzetti, corredati da testi, che Giacomo Boni realizzò durante la direzione dei lavori di scavo nell’area del Foro Romano attraversata dalla via Sacra, principalmente tra il 1900 ed il 1925, e conservati negli archivi della Soprintendenza stessa. Il volume è articolato in due grandi sezioni principali, documentazione archivistica e documentazione grafica, seguita da una terza contenente gli apparati.
Nella prima parte si riportano le notizie e i bozzetti relativi alle indagini concentrate nella zona delle Gallerie Cesaree, della Cloaca Massima e del Sacello di Venere Cloacina, risultato di indagini che presero il via nel 1898 lungo la via Sacra, con lo scopo di determinare cosa ci fosse al di sotto del piano di frequentazione. Vengono riportati in maniera estremamente precisa i dati raccolti dal Boni, disponendoli in ordine cronologico, ricostruendo una sorta di diario giornaliero di scavo a partire dal 2 Febbraio 1900 per arrivare al Dicembre 1931 (gli ultimi sono posteriori alla sua morte avvenuta nel 1925), e corredando ogni giornata, ove possibile, con i relativi disegni, schizzi e appunti uniti a foto dell’epoca.
Da tali dati si ricavano notizie importantissime, spesso dimenticate, per la ricostruzione topografica dell’area in questione e si può apprezzare la passione e la precisione del Boni nel documentare tutto quello che gli si rivelava davanti agli occhi man mano che gli scavi procedevano.
La sezione successiva è invece dedicata alla documentazione grafica e, al contrario della precedente, presenta il materiale seguendo un ordinamento topografico e non cronologico. Vengono riprodotte foto aeree, planimetrie e sezioni di scavo; vengono riportati tutti i dati relativi ai vari disegni che vengono analizzati: ubicazione, scala usata, autore, data e tecnica, seguiti poi dalla descrizione del disegno stesso.
La terza ed ultima sezione, la più breve, è quella relativa alle abbreviazioni e alla bibliografia.
Alla fine del volume è un cd-rom nel quale sono riprodotte le immagini presenti nel volume.
Sfogliare quest’opera è come rivivere passo dopo passo gli scavi fatti oltre un secolo fa e permette di vedere l’area del Foro come doveva presentarsi agli inizi del Novecento e come è radicalmente cambiata con il passare degli anni.
Gli Autori
L’archeologa Patrizia Fortini è responsabile dell’area del Foro Romano e l’archeologa Miriam Taviani si occupa dell’archivio disegni Foro Romano – Palatino per conto della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici.
Giacomo Boni nacque a Venezia il 25 Aprile 1859. Fu un grandissimo archeologo e architetto italiano, che ebbe anche il privilegio di ricoprire la carica di Senatore del Regno d’Italia nel 1923. I suoi studi furono a carattere tecnico (studiò architettura all’Accademia delle Belle Arti) e gli valsero la possibilità di partecipare ai lavori per il restauro del Palazzo Ducale di Venezia. Tali lavori gli permisero di mettersi in mostra e di ricoprire incarichi via via più importanti come la segreteria della Regia Calcografia e la nomina ad ispettore dei monumenti della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, rispettivamente nel 1888 e nel 1890. A pochi anni di distanza, nel 1895 – 96, venne scelto come direttore dell’Ufficio Regionale dei Monumenti di Roma. Grazie a questa carica ottenne nel 1898, dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, la direzione degli scavi nel Foro Romano e dal 1907 anche di quelli sul Palatino. Tutto il suo lavoro fu sempre finalizzato alla tutela e alla valorizzazione, redigendo piante e scattando molte foto, nella speranza di riuscire a creare un catalogo a livello nazionale della situazione archeologica da utilizzare come base per la conservazione delle evidenze antiche. A lui si deve l’applicazione del principio di scavo stratigrafico in archeologia classica, facendo particolare attenzione alla posizione dei reperti nei rispettivi strati di appartenenza e considerando tutte le fasi con la stessa importanza, senza privilegiarne alcuna. Racchiuse le indicazioni relative al metodo di scavo da lui utilizzato e l’importanza che disegni e fotografie avevano per la redazione della documentazione nell’articolo del 1901 “Il metodo degli scavi archeologici”.
Tra le più importanti scoperte da lui fatte nell’area del Foro si devono ricordare il Lapis Niger, il Lacus Curtius, le gallerie cesaree, la necropoli arcaica alla sinistra del tempio di Antonino e Faustina, la Regia e Santa Maria Antiqua; grandi scoperte fece anche sul Palatino, dove individuò l’Aula Isiaca e la Casa dei Grifi. Partecipò anche, nel 1903, agli scavi archeologici delle fondamenta del campanile di San Marco a Venezia, crollato l’anno prima, scoprendo strutture di età romana. Operò nell’area archeologica romana fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale per poi riprendere nel 1916, alla fine del conflitto.
Alla sua morte, avvenuta il 10 Luglio 1925 a Roma, venne sepolto sul Palatino, all’interno degli Horti Farnesiani.
Manuela Ferrari