Pittura Romana. Dall’Ellenismo al Tardo Antico
M. Salvadori, I. Baldassarre, A. Rouveret, A. Pontrandolfo
Federico Motta Editore
Milano 2006
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Il volume “Pittura romana, dall’Ellenismo al Tardo Antico” è stato redatto per la prima volta nel 2002 da Ida Baldassarre, Angela Pontrandolfo, Agnes Rouveret e Monica Salvadori.
L’opera tratta un vastissimo argomento, che copre un arco cronologico compreso tra il IV/III sec. a.C. ed il III/IV sec. d.C., per un totale di quasi otto secoli, suddiviso in sette capitoli principali ed una carta topografica dei principali siti presi in esame inserita nella sezione finale dei repertori.
Dal momento che la pittura romana trae spunto dall’arte greca, il primo capitolo viene dedicato al periodo dell’Ellenismo, con le conquiste pittoriche raggiunte in Macedonia (con particolare riguardo all’analisi delle tombe reali di Verghina) ed in Tracia, per poi passare alla penisola italica. Qui si occupano dell’Etruria (con riferimenti alla tomba François di Vulci), in Campania (con Paestum) e in Lucania, per arrivare a Roma, con la tomba dell’Esquilino. L’esposizione prosegue poi ancora con Tarquinia, Napoli, Capua, Taranto e l’Apulia, per passare ad Alessandria.
Dal secondo capitolo in poi le autrici si occupano dei tipici quattro stili pompeiani, partendo dal cosi detto I stile, databile tra il III ed il II secolo a.C.
In questa parte viene posto l’accento soprattutto sul passaggio da un tipo di pittura che fino a quel momento era legata esclusivamente alla sfera funeraria ad un altro dedicato alla decorazione degli interni domestici. La maggior parte delle testimonianze pittoriche conservate sono concentrate tra Pompei ed Ercolano “grazie” alla terribile eruzione del Vesuvio del 24 Agosto del 79 d.C. che ha distrutto la vita delle città, ma allo stesso tempo ha preservato tutto quello che vi era in quel momento.
Per il II stile, databile alla tarda Età Repubblicana (II – I sec. a.C.), si riportano esempi non solo dalle città vesuviane (Villa dei Papiri e Villa dei Misteri su tutte), ma anche da Roma (casa dei Grifi), Brescia (il santuario repubblicano), la Sicilia (Centuripe). Viene descritta la tipologia di pittura, i colori e le tecniche usate per ottenere l’effetto di finte architetture, ma anche di grandi cicli narrativi e megalografie, con la parte conclusiva del capitolo dedicata alla diffusione del II stile al di fuori dell’area italica.
I successivi tre capitoli riguardano la pittura nel periodo che va da Augusto al II secolo d.C., dando ampio spazio alle residenze imperiali sul Palatino, con particolare riguardo alla casa di Augusto e a quella di Livia, alla villa della Farnesina e a quella di Livia a Prima Porta. Nelle descrizioni non manca mai un apparato iconografico cospicuo né riferimenti ad autori antichi (in particolare Plinio), che sono magistralmente utilizzati per permettere di comprendere a pieno quanto viene detto.
In queste sezioni si narra anche del III stile pompeiano, con riferimenti soprattutto all’area vesuviana, e del ritorno della pittura anche in ambito funerario sia a Roma che nelle altre zone dell’Impero.
Nella parte dedicata al periodo neroniano ovviamente ampio spazio viene concesso alla Domus Aurea e a quanto conservato delle sue ricche pitture, nonché alle ville dell’area vesuviana. Viene posto l’accento anche sui esempi di ritrattistica e su scene di genere e cultuali, ampiamente diffuse in questo periodo.
Gli ultimi due capitoli analizzano la fase media e tardo imperiale (II – IV sec. d.C.), con particolare attenzione a Roma, Ostia, nelle province e alla pittura sepolcrale, spesso ispirata alla mitologia.
Ogni sezione ha un ricco apparato iconografico a colori, che mostra dettagli ed insiemi delle opere che hanno segnato maggiormente la pittura del periodo romano, soffermandosi sulle acquisizioni dei vari periodi e sulla cambiamento di resa delle figure, degli spazi e dei colori. L’elemento che contraddistingue l’arte pittorica romana, e che le autrici mettono molto bene in risalto, è il cambiamento e la peculiarità del soggetto rappresentato: la pittura serve per lo più per celebrare momenti della storia romana, per esaltare gli spazi privati.
Gli Autori
Angela Pontrandolfo è nata a Gravina di Puglia nel 1946 e si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bari nel 1969, portando poi a compimento nel 1971 gli studi presso la Scuola Nazionale di Archeologia presso l’Università La Sapienza di Roma.
Dal 1973 ha ricoperto vari ruoli in ambito universitario, prima come Assistente e poi come Professore Associato e, dal 1994, come Professore Ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana presso l’Università di Salerno, facendo anche parte della Commissione per i Dottorati di Ricerca in ambito archeologico della facoltà di Lettere e Filosofia del medesimo Ateneo nonché Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia. Proficua è la sua partecipazione a numerosi progetti anche editoriali. Nella sua carriera ha condotto numerosi scavi sia in Italia che all’estero e ha pubblicato numerosi volumi, articoli, cataloghi. Tra le sue pubblicazioni l’ultima in ordine di tempo, insieme ad Agnes Rouveret, è Flora e profumi delle tombe lucane in “Rosantico. Natura, bellezza, gusto, profumi tra Paestum, Padula e Velia” del 2013.
Agnes Rouveret è Professore di Archeologia presso l’Università di Paris X a Nanterre e collabora da anni allo studio sistematico della pittura romana, in particolare di quella dell’area di Paestum.
Monica Salvadori si è laureata a Padova per poi specializzarsi in Archeologia presso l’Università La Sapienza di Roma e conseguire il Dottorato di Ricerca a Padova. Ha ricoperto il ruolo di Professore a contratto presso l’Università di Trieste e poi come Associato presso quella del Molise.
Dal 2006 fa parte del Collegio Docenti della Scuola di Dottorato a Padova e dal 2008 è Professore Associato presso la medesima università.
La sua ricerca è basata soprattutto sulla lettura e l’interpretazione dell’immagine nell’arte romana, cercando di ricostruire non solo gli aspetti tecnici ma anche quelli iconografici. Dirige scavi ad Aquileia dal 2007 e ha al suo attivo numerose pubblicazioni sia di volumi che di articoli su riviste specializzate.
Ida Baldassare è Professore Ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli; da anni si occupa di scavi archeologici e di studi relativi non solo al mondo romano ma anche a quello greco.
Manuela Ferrari