L'arte di costruire presso i romani
J. P. Adam
Ed. Longanesi
Milano 2008
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L’opera “La construction romaine. Materiaux et techniques” è stata redatta nel 1984 dall’archeologo ed architetto francese Jean – Pierre Adam. È stata tradotta e pubblicata per la prima volta in Italia da Longanesi nel 1988 con il titolo “L’arte di costruire presso i romani” ed ha avuto un notevole successo, al punto da venire periodicamente ristampata (l’ultima edizione è del 2008).
Il volume analizza in maniera dettagliata le varie tecniche costruttive dei romani, ed è suddiviso in 11 capitoli, ognuno dei quali tratta uno specifico argomento, corredati da disegni ricostruttivi/illustrativi e foto dettagliate.Inizia con una parte generale sulla topografia nella quale l’autore ne spiega il significato e mostra gli strumenti utilizzati. Per illustrarli si avvale anche di rilievi presenti su stele funerarie, testimonianza inequivocabile della correttezza delle descrizioni che fornisce.
Adam passa ad analizzare poi i materiali utilizzati per costruire, soffermandosi sulle principali tipologie, non mancando mai di citare Vitruvio (fonte essenziale con il suo De Architectura).
Parla della pietra e di tutti quei lavori che erano legati al suo utilizzo (l’estrazione; i tipi di taglio; gli attrezzi da utilizzare per lavorarla; quali tipi di controlli andassero fatti; come sollevare e trasportare i blocchi, come porli in opera).
Lo stesso discorso vale per l’argilla (sottolineando la differenza tra cruda e cotta), per la calce (con i procedimenti per ottenerla), per le malte ed il legno (per il taglio porta come esempio i legionari che abbattono alberi rappresentati nei rilievi della Colonna di Traiano).
Dalla terza parte l’opera è dedicata alle tecniche costruttive usate nel corso dei secoli: l’opera megalitica e poligonale; l’opera quadrata; le tecniche miste (quella a scacchiera; l’opus africanum e l’opus craticium); le strutture realizzate con pietre di piccole dimensioni e di epoca più tarda (l’opus incertum; l’opus quasi reticulatum e l’opus reticulatum); l’opus vittatum, l’opus mixtum, l’opus spicatum e l’opus testaceum.
Inserisce numerose foto e disegni di opere sparse per tutto il territorio romano (Roma, Pompei, Palmira, Arpino, Palestrina, Forum Iulii).
Si sofferma anche sugli altri due elementi tipici dell’architettura romana: gli archi e le volte (dalle origini della volta a cunei fino all’utilizzo delle volte a crociera); cita esempi di diverse tipologie di edifici (acquedotti; monumenti funerari; ingressi di tabernae) da varie parti del territorio romano (Italia, Africa, Licia). Analizza la carpenteria e gli aspetti edilizi di un edificio (pavimenti e soffitti; scale in legno). Per la copertura descrive i relativi materiali utilizzati: terracotta, pietra, vegetali e metalli.
Vi sono poi due capitoli dedicati ai rivestimenti: gli intonaci, spiegando come riconoscere le varie giornate di lavoro; le lastre marmoree (materiale raramente rinvenuto perché staccato e riutilizzato, soprattutto nel periodo post romano); i mosaici parietali policromi. Adam sottolinea come questa tecnica non ebbe grande diffusione a livello decorativo, al contrario dell’utilizzo nelle pavimentazioni, ma non mancano esempi come il bellissimo mosaico con Nettuno e Anfitrite da Ercolano.
Un’altra sezione è relativa alle pavimentazioni, con descrizione di lastricati, malte e calcestruzzi, mosaici.
Il decimo capitolo è una raccolta di programmi tecnici per la realizzazione di opere monumentali. Si sofferma sui problemi di raccolta o captazione delle acque; della costruzione degli acquedotti, con i relativi problemi di distribuzione e scarico delle acque, ed anche del riscaldamento e dell’alimentazione delle terme. La parte finale è sulle strade: loro costruzione, opere di ingegneria utilizzate e tipi di strutture funzionali che potevano trovarsi lungo il tracciato (mansiones ..).
L’ultima sezione riguarda in generale l’architettura domestica e artigianale: si sofferma a descrivere le domus (prendendo spunto principalmente da quelle pompeiane) e sposta poi il discorso sulle strutture legate all’artigianato e al commercio (botteghe, taverne, panetterie, lavanderie ….).
Alla fine dell’opera è inserita una sezione dedicata alle modanature che più frequentemente si trovano nell’architettura romana: vi sono disegni e foto, ognuno con didascalie corredate dai nomi delle singole componenti architettoniche, a creare un vero e proprio lessico.
La sua grande esperienza e la semplicità del suo linguaggio, anche se tecnico, gli ha permesso di divenire un eccellente divulgatore scientifico, capace di rendere comprensibile a chiunque un argomento certamente complesso ed elaborato come quello delle tecniche edilizie, che espone basandosi esclusivamente su dati strutturali e tecnici, su fatti concreti (traendo dati dal “De Architectura” di Vitruvio, unico manuale analitico di tecniche costruttive conservato di epoca romana). La chiarezza è ottenuta anche mediante le numerose foto e disegni ricostruttivi di tecniche e strumentazioni e del loro utilizzo. Le ricostruzioni grafiche sono molto realistiche e l’autore non tralascia mai di inserirvi figure di animali (cani, gatti …), tali da rendere l’immagine quasi un’istantanea di una qualsiasi reale giornata lavorativa di duemila anni fa.
Nonostante questo testo sia stato scritto 30 anni fa, rimane ancora oggi una pietra miliare per tutti coloro che studiano Archeologia e che si approcciano per la prima volta alle tecniche murarie.
L’Autore
Jean – Pierre Adam è un archeologo e architetto francese, nato a Parigi nel 1937. Dopo la laurea all’Ecole Spéciale d’Architecture nel 1965 ricopre varie cariche accademiche fino ad essere scelto come direttore dell’Ufficio di Architettura Antica di Parigi nel 1972, ruolo che tiene fino al 2003. Nel corso della sua carriera ha studiato numerosi siti architettonici sparsi per tutto il Mediterraneo ed ha concentrato un grande interesse verso Pompei. Continua ancora oggi la sua attività di studio e ricerca nonché di insegnamento presso varie scuole, tra le quali l’Ecole du Louvre l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne.
Numerosi sono i suoi scritti relativi all’architettura antica. Oltre all’opera qui analizzata, vanno menzionate L’Architecture militaire greque del 1981; Les Thermes antiques de Lutèce del 1996; Le Temple de Portunus au forum Boarium del 1994; Les Pyramides d'Égypte del 1999; Les Sept Merveilles du monde : hommage à Henri-Paul Eydoux del 1992; Au temps du miracle grec del 2008 e La Maison romaine.
Manuela Ferrari